martedì 29 aprile 2014

Un'alternativa per la Cappuccina?


Il 7 aprile la giunta ha approvato il progetto preliminare A3 n. 31/14 “Progetto per la realizzazione di un nuovo Centro Diurno/Care Residence per anziani nel Comune di Carpi”, opera meritoria e necessaria, ma dove decide di farla? Nell’area verde cosiddetta della Cappuccina!

Appurato il fatto che il centro sia necessario per rispondere alle esigenze della popolazione, non crediamo però che richieda la costruzione di un nuovo edificio soprattutto in un'area come quella della Cappuccina, grande polmone verde in prossimità del cimitero.
Come per il progetto di un altro palazzetto, e addirittura di un nuovo stadio, rimaniamo stupiti dell'ipotesi di questa ulteriore opera muraria.
Troviamo che si debba immediatamente bloccare il consumo del territorio a favore della riqualificazione edilizia.
Un esempio perfetto è la residenza psichiatrica ricavata all’interno dell’immobile ex camiceria Stella di via Tre Febbraio. Siamo consapevoli che la ristrutturazione di un edificio già esistente possa essere più difficoltosa ma di certo non andrebbe ad eliminare spazi verdi che, a nostro avviso, devono essere riconsegnati alla gestione condivisa con i cittadini.
Ricordiamo inoltre che anni fa si cambiò la destinazione d'uso dell'area Cremeria, da uso pubblico a residenziale, affermando che non ci fosse questa pressante necessità di un centro anziani, a distanza di così pochi anni non ci sembra possibile che la necessità si presenti e che addirittura richieda una cementificazione così estesa.
A questo punto c'è da chiedersi perchè anni fa si scelse di rendere residenziale un'area, come quella della cremeria, che sarebbe stata perfetta per un polo sanitario ad uso pubblico....il centro anziani non era davvero necessario o forse era ancora più necessario la corsa alla cementificazione e all'appalto compulsivo?

Le vostre domande: La raccolta puntuale

"Buona sera,
capisco che anche voi siete per la "raccolta puntuale", mi piacerebbe sapere come la fareste, perchè come la propone il PD, si rischia di trovarsi sempre più patume nei fossi . Per me è abbastanza la raccolta differenziata." (Dante M. via mail)

Buonasera Dante,
La risposta non è arrivata semplicemente perchè non c'è "una risposta", ad una domanda del genere, e certo non si può sintetizzare in una mail, per diversi motivi.
Il primo è che in consiglio comunale non siedono tecnici delle municipalizzate ma normali cittadini che si interrogano sui problemi e cercano di intravedere soluzioni, ma sulle quali per compito istituzionale, danno indirizzi, non modalità tecniche.
Il secondo è che modalità di applicazione della tariffa puntuale sono state adottate in modo diverso da comuni diversi (per inciso, al momento non credo neanche che esista "un modo" del PD di Carpi, dato che appunto fino ad oggi nessuna proposta è stata formalizzata, circa la creazione di una tariffa puntuale).
Alcuni comuni  hanno messo i microchip nei bidoni familiari con apertura a "chiave", altri hanno previsto semplicemente sconti per case e condomini che facevano il compostaggio in proprio non conferendo l'umido, c'è chi ha messo sotto controllo la distribuzione dei sacchi per la raccolta, con un prezzo differenziato a seconda della tipologia di rifiuto,  effettuando il ritiro dei rifiuti solo nei sacchi autorizzati, tutti sistemi con pro e contro e che comunque richiedono educazione dei cittadini e strumenti di controllo sugli "incivili" (che ci saranno sempre, e del resto ci sono anche con l'attuale sistema di tariffa uguale per tutti,  andranno perseguiti dal punto di vista amministrativo ma nessun sistema potrà mai eliminare del tutto).
Soluzioni tecniche credibili possono essere proposte solo una volta che si hanno in mano tutti gli elementi informativi che solo chi è dentro l'amministrazione pubblica può avere, ma il nostro impegno è appunto
arrivare a farla questa tariffa puntuale, dopo cinque anni che ne sentiamo parlare da parte dell'attuale amministrazione e non aver mai visto una proposta concreta da valutare.
Quindi l'unica risposta sensata è che: siamo convinti che la tariffa puntuale sia una misura al tempo stesso di equità e di riduzione dell'impatto ambientale del tema rifiuti, sul come questa vada applicata sarà necessario che giunta, consiglio e i tecnici della nostra ex municipalizzata si mettano sotto a valutare le esperienze già realizzate altrove, le presentino ai cittadini  e si decida insieme cosa sperimentare, si monitorino i risultati e si intervenga dove nascono i problemi e si affini nel tempo il sistema più consono a Carpi e alla sua cittadinanza, E' un modo di affrontare i problemi che richiede tempo e anche impegno da parte dei cittadini , non semplice delega, ma se ci si aspetta sempre soluzioni miracolose calate dall'alto, difficilmente potremo fare veri passi avanti.
Questa almeno è la mia opinione.
Saluti
Lorenzo Paluan

sabato 26 aprile 2014

"Contro il diritto a costruire"

In una intervista per la presentazione del libro "8 mq al secondo" Domenico Finiguerra parla anche dei cosiddetti "diritti edificatori" spesso invocati come ultima giustificazione da un Consiglio Comunale che non ha il coraggio di riportare la gestione del proprio territorio nella giusta direzione.

"Nel libro riprendo l’elaborazione e le tesi del professor Paolo Maddalena, già vicepresidente della Corte Costituzionale. Da studioso del Diritto romano, egli afferma che la proprietà collettiva prevalga su quella privata, perché è pre-esistente. Oggi però la proprietà condivisa del territorio è stata soppiantata dal ‘diritto edificatorio’, un concetto figlio di una logica privatistica che manca però di riconoscerne -e in questo contraddice la Costituzione- la funzione sociale.
L’articolo 42 afferma infatti che chi ha un pezzo di terra può disporne, ma solo se questo produce benessere condiviso: negli ultimi 50 anni è passata invece la vulgata secondo cui esisterebbero presunti ‘diritti edificatori’, insistendo sul fatto che quando c’è uno strumento urbanistico che ‘contiene’ milioni di metri cubi di cemento questa situazione è immodificabile. Dobbiamo però considerare che la proprietà privata è riconosciuta dalla legge, mentre quella collettiva -funzionale a un benessere di tutti i cittadini- è riconosciuta dalla Costituzione: quest’ultima dovrebbe perciò prevalere.

Alcune sentenze emesse dalla Corte Costituzione e anche dal Consiglio di Stato negli ultimi anni affermano questo principio, riconoscendo che un consiglio comunale -che è espressione di una comunità- ha sempre in capo, e mantiene, il diritto di decidere che cosa fare di una determinata porzione del territorio comunale. Ciò significa che è possibile riportare un’area, che per un determinato periodo ha avuto status ‘edificabile’, nella condizione di terreno agricola o area verde, qualora lo sviluppo edificatorio non abbia avuto 'esito': le decisioni e le scelte possono essere modificate. Queste sentenze riportano la gestione del territorio nella giusta dimensione: la potestà è in capo all’ente pubblico."

Qui l'intervista completa:
http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=4605

venerdì 18 aprile 2014

Il palazzetto "elettorale"

Crediamo che ad ogni tornata elettorale si aprano i libri dei sogni per investimenti mirabolanti (guarda caso quasi sempre hanno come corollario qualche opera “muraria”).
Ora è il nuovo palazzetto dello sport, per il quale l’assessore D’Addese, da un po’ di settimane, sventola un mitologico “studio di fattibilità”; e addirittura un nuovo stadio, per il quale ha anche già coniato un nome, il “Gaudì Stadium”.
Per quanto ci riguarda, rimaniamo stupiti dall’ipotesi di un palazzetto nuovo di zecca, costruito a pochi metri da una palestra inaugurata appena qualche mese fa; viene da chiedersi se non fosse il caso di pianificare un unico impianto multifunzionale e risparmiare in investimenti e spese di gestione, se stiamo parlando di un impianto pubblico.
Se invece, come fa pensare l’insistenza dell’assessore (anche sul nome del nuovo stadio ad esempio), c’è già un finanziatore privato, sarà bene sapere cosa e quanto finanzi, per evitarci le classiche sorprese dei vari “project financing” all’italiana, dove pare sempre che ci sia la fila di imprese private pronte a finanziare ogni tipo di opera e poi si scopre che invece è il pubblico a doversi assumere tutti i rischi d’impresa (e a pagare).
Crediamo piuttosto che in ambito sportivo sia prioritario facilitare l'accesso allo sport, strutture aperte al pubblico, impianti nei parchi, nei quartieri e nelle frazioni.
Ad ogni modo riteniamo che in città ci siano ben altre priorità sulle quali investire, per far ripartire il settore manifatturiero o per dare risposta alla crisi sociale; ad esempio partendo dal diritto alla casa di tante famiglie, prima di trovarci anche solo con qualche decina di migliaia di euro spesi tra studi di fattibilità e progettazioni faraoniche, molto “elettorali”, che poi finiscono in nulla, come la vicenda della piscina comunale ci insegna. Sarà meglio che l’assessore D’Addese tiri fuori qualche cifra concreta ed eviti di prendere impegni di spesa anche solo per un euro, ora che è a fine mandato.

giovedì 17 aprile 2014

Centro storico: alcune riflessioni sull'indagine della LAPAM

L’indagine presentata ieri sera della LAPAM evidenzia che per dare risposte alla crisi del commercio bisogna che tutti i soggetti coinvolti facciano un “salto” di mentalità e si aprano a soluzioni nuove.
Serve un cambio di mentalità dei proprietari degli immobili, che continuano ad esercitare prezzi d’affitto eccessivamente speculativi, che stroncano ogni possibilità di avvio per imprese giovanili o di sopravvivenza per marchi che non siano l’omologazione delle grandi catene.
Il Comune dovrebbe essere motore di un osservatorio che porti alla trasparenza delle condizioni commerciali alle quali vengono affittati i locali in centro e studiare misure di agevolazione per i proprietari che facciano condizioni di favore per l’avvio di attività commerciali giovanili, innovative, anche temporanee.
Pensare al centro come un supermercato, che richieda l’aumento di posti macchina e magari la riaperture delle piazze al traffico, è un nonsenso e la negazione della peculiarità del centro storico.
Serve invece un piano per la mobilità sostenibile, che consenta di arrivare in centro velocemente e in sicurezza, utilizzando la bici e il mezzo pubblico; si può pensare ad una navetta che colleghi una zona facilmente accessibile al centro, risolvendo anche la congestione pedoni/ciclisti in corso Alberto Pio. Crediamo che l'aumento del traffico in centro non sarebbe percepito da nessuno come un miglioramento della qualità della vita e del piacere di frequentare il centro storico, e non favorirebbe i momenti conviviali che naturalmente hanno luogo. Gli esercizi commerciali esistenti devono avere la possibilità di essere partner della programmazione di eventi, manifestazioni da affiancare alle attività culturali del Comune in centro. Questo richiede chiarezza, da parte del Comune in fase di programmazione dei bilanci preventivi, su quali e quante risorse siano effettivamente a disposizione per la promozione di eventi in centro, per una programmazione condivisa, senza per questo snaturarsi in una sorta di agenzia promoter di eventi commerciali.
La promozione di prodotti a marchio locale, il famoso “Made in Carpi” di cui sempre si parla ma ormai nessuno più capisce cos’è, dovrebbe finalmente trovare una sua formalizzazione, per valorizzare le scelte di produzione e commercializzazione di prodotti; a partire dal tessile e dall’agroalimentare, le cui filiere siano trasparenti e assumano impegni in termini di sostenibilità ambientale e sociale.
Esercenti, proprietari di immobili, amministrazione pubblica e i cittadini che vogliano mantenere la piazza viva devono fare uno sforzo collettivo, di reale collaborazione, evitando visioni corporative e singoli interessi, facilitando la presenza in centro anche di forme alternative di commercio, di espressione culturale e artistica che tengano il centro vivo, evitando difese corporative e impegnandosi tutti in funzione di uno sforzo comune: tenere viva la nostra piazza.

Per approfondire.

martedì 15 aprile 2014

Banchetti per la raccolta delle firme


Da Giovedì 17 Aprile saremo presenti con un banchetto in Piazza Martiri (davanti all'ex negozio Benetton) per raccogliere le 200 firme necessarie alla presentazione della lista.

Per firmare occorrono i seguenti requisiti:
  •  essere iscritti alle liste elettorali di carpi,
  • non aver firmato per la presentazione di altre liste
  • essere muniti di un documento di identità (meglio la Carta di Identità) ovviamente valido
E' possibile anche firmare recandosi presso l'Ufficio Elettorale, in Via Manicardi 39, nei normali orari di apertura e durante le aperture straordinarie disposte in vista delle Elezioni.

lunedì 14 aprile 2014

Mappa e Guida della Spesa Sostenibile


Per promuovere e sostenere tutte le realtà presenti sul territorio che si ispirano a criteri di sostenibilità economica e sociale proponiamo di creare e diffondere una vera e propria Mappa e una Guida della Spesa Sostenibile.


mappa.jpgL'idea era stata già lanciata qualche anno fa da CarpiTransizione in collaborazione con l'associazione La Festa che da anni si occupa di acquisti sostenibili e solidali. Ne era nato un sito e i giornali (VOCE, Tempo) ne avevano anche iniziato a parlare.

All'epoca nessuno dei Comuni delle Terre d'Argine si era detto interessato mentre alcuni apprezzamenti e proposte di collaborazione erano arrivati dall'Ervet, l'Ente Regionale per la Valorizzazione Economica e del Territorio che gestisce un'analoga Mappa regionale.

La Mappa e la Guida vorrebbero raccogliere tutte le attività che si ispirano a determinati criteri di sostenibilità, quindi tutte quelle che:
  • vendono prodotti del territorio provenienti da razze e varietà locali (filiera corta, Km0)
  • prevedono un rapporto diretto tra produttore e consumatore, singolo o associato (Mercato del Contadino, G.A.S.)
  • vendono prodotti Biologici certificati
  • vendono prodotti naturali ottenuti con metodi rispettosi dell'ambiente e della salute
  • vendono prodotti di stagione
  • vendono prodotti sfusi senza imballaggi riducendo la produzione di rifiuti
  • eseguono riparazioni di beni ancora utilizzabili
  • rivendono beni usati ancora utilizzabili
  • permettono un risparmio energetico
  • seguono principi del Commercio Equo o finalità sociali
Erano già diverse nel 2010 ma in questi anni sono ulteriormente aumentate e in questi stessi anni ha preso vita il Distretto dell'Economia Solidale della Provincia di Modena con lo scopo di attivare, sostenere, rafforzare, coordinare le esperienze di Economia Solidale nel territorio modenese e porsi come riferimento culturale per la promozione e la corretta informazione sull’Economia Solidale nel territorio modenese. 

La Mappa e la Guida avrebbero entrambi questi obiettivi: un notevole valore economico di sostegno a queste attività spesso troppo piccole e povere per farsi pubblicità e un notevole valore di diffusione tra i carpigiani della cultura della sostenibilità.

sabato 12 aprile 2014

Carpi capitale della moda ecosostenibile e solidale

Vorremmo lanciare una grande sfida agli imprenditori di Carpi: creare un  centro d'eccellenza nazionale (e quindi, facilmente in questo settore, mondiale) della moda ecosostenibile e solidale.
Noi crediamo che Carpi abbia tutte le carte per trainare questa nuova e necessaria rivoluzione.
Per fare questo occorre agire a più livelli:
- selezionare, sostenere, promuovere solo le imprese che adotteranno precise norme di comportamento etico e di sostenibilità ambientale
- diffondere la cultura della moda sostenibile, della riduzione, del riutilizzo e del riciclo
- creare un circuito virtuoso sostenibile per le fibre tessili
Si potrebbe creare un marchio "Made in Carpi" legato proprio alla certificazione delle aziende che operano nel settore della moda sostenibile.
E si potrebbe creare un grande evento annuale, una fiera a Carpi della Moda ecosostenibile.
I principali parametri di selezione delle aziende potrebbero essere:
- utilizzo di materie prime (fibre, tessuti, coloranti, accessori) da riciclo o da fonti sostenibili
- investimenti nella innovazione tecnologica necessaria a rigenerare il cotone e la lana dai capi dismessi o a produrre fibre di poliestere dalle bottiglie di plastica
- investenti e promozione nel ritiro dai degli indumenti inutilizzati
- azioni di riduzione delle emissioni di CO2 a qualsiasi livello del ciclo industriale e commerciale
- utilizzo di energia da fonti rinnovabili
- introduzione o sviluppo di tecnologie innovative che utilizzino meno acqua
- riduzione di rifiuti e imballaggi
- introduzione di test rigorosi sulla sicurezza dei prodotti (tessuti e coloranti)
- utilizzo di manodopera locale (sostegno alla comunità) o, quamtomeno, di manodopera garantita da tutele paragonabili alle nostre sul salario, la salute e la sicurezza dei lavoratori
- sviluppo e promozione di attività di riparazione degli indumenti rotti
- tolleranza zero verso la corruzione nei partner industriali e commerciali
Le principali azioni di "sensibilizzazione" sui consumatori potrebbero essere:
- educazione alla cura responsabile dei capi di abbigliamento (es. lavaggio a basse temperature, riparazioni, ecc)
- evitare che l'abbigliento finisca nelle discariche
- destinare gli indumenti inutilizzati a mercati dell'usato o riciclo delle materie prime

7,8 milioni di euro l'anno per rilanciare l'edizia a Carpi

Questo post l'avevo scritto tre anni fa qui, non sto a rifare i conti, più o meno saranno simili: quello che spendiamo in meno a scaldare d'inverno lo spenderemo di più a raffreddare d'estate, e all'epoca non c'era nemmeno il problema/opportunità della ricostruzione post-sisma.

"L’attuale e perdurante situazione di crisi economica sta producendo pesanti effetti sul settore dell’edilizia, con la perdita di numerosi posti di lavoro.  Qualcuno, a nostro avviso confondendo cause ed effetti della malattia, ipotizza che occorra ricominciare a costruire come una volta e addirittura rilanciare a livello locale e nazionale le piccole e grandi opere… non si sa bene con quali soldi e quali obiettivi.
Secondo noi il problema va affrontato in un’ottica completamente diversa. Secondo noi sul territorio carpigiano ci sono già almeno 7,8 milioni di euro disponibili a rilanciare l’occupazione (non la speculazione) nel settore dell’edilizia e dare lavoro a centinaia di muratori, elettricisti, idraulici, falegnami, cartongessisti, pittori, tagliatori di balconi, etc etc. Il denaro c’è, va solo reindirizzato!
Calcolando il numero di famiglie a Carpi (io avevo trovato 24'513, ieri sera parlavano di 30'000 abitazioni, facciamo 25'000) e quanto spende in media una famiglia per scaldare (ieri sera si parlava di 1.200€ all’anno per la famiglia media modenese, a me sembrano tanti, facciamo 1.000) e raffrescare (questo l’ho calcolato io ipotizzando 5kWh al giorno per 60 giorni = 300kWh x 0,4€ = 120) la propria casa, risulta una spesa di 1'120€ a famiglia per un totale di 26'120'000€.
Ipotizzando di non poter annullare la spesa energetica (obiettivo raggiungibile, forse, solo sul nuovo), ma accontentandosi di ridurla del 30% (ieri sera ci è stato detto che è possibile senza grossi stravolgimenti), questo vorrebbe dire comunque che a Carpi potrebbero essere disponibili da subito più di 7,8 milioni di euro (il 30% di 26,12) all’anno da spendere in riqualificazione energetica degli edifici. Soldi che i carpigiani spendono già in metano che non viene prodotto a Carpi, soldi che vanno via da Carpi, soldi che vanno letteralmente in fumo e che potrebbero restare invece nelle tasche di imprese e lavoratori carpigiani!
E questo ipotizzando (ma noi pensiamo che non sarà così: ad esempio, il 38% del nostro petrolio viene dalla Libia) che la disponibilità di combustibili fossili ai prezzi attuali duri ancora per qualche anno."

Occorre fermare immediatamente qualsiasi piano di nuove costruzioni su territorio non cementificato e dirottare tutte le risorse verso la riqualificazione energetica dell'esistente!

giovedì 10 aprile 2014

Rassegna stampa: VOCE del 10 aprile 2014


Aperture straordinarie dell'Ufficio Elettorale

Consultazioni del 25 maggio, da domenica 13 aprile prolungamento degli orari.

Avvicinandosi le consultazioni Comunali ed Europee, l'Ufficio elettorale del Comune di Carpi, in via Manicardi 39, osserverà alcune aperture straordinarie durante il mese di aprile. 

Per gli adempimenti relativi alla presentazione delle candidature per le elezioni Comunali, la sottoscrizione delle liste ed il rilascio dei certificati elettorali, l'Ufficio elettorale sarà invece aperto, oltre al normale orario di servizio (da lunedì a sabato 7.45-13.20 e giovedì pomeriggio 15.30-18.20), martedì 22 aprile dalle 14.30 alle 17.30 e mercoledì 23 aprile dalle 7.45 alle 13.20 (apertura straordinaria dalle 14.30 alle 17.30).

Infine, per la presentazione delle candidature, l’Ufficio sarà aperto venerdì 25 aprile dalle 8 alle 20 e sabato 26 aprile dalle 8 alle 12. Si suggerisce in questo caso di prenotare un appuntamento.

Per informazioni è possibile contattare l'Ufficio Elettorale ai seguenti recapiti telefonici: 059 649572-574.

domenica 6 aprile 2014

Il simbolo di Carpi Bene Comune

Anche il simbolo, come già il programma e la lista dei candidati, è frutto e sintesi della condivisione di esperienze diverse e complementari.
Il simbolo della Lista Carpi Bene Comune racchiude in sé sia la nostra analisi dei problemi sia la nostra personale visione sulle soluzioni da proporre.

Il cerchio spezzato rappresenta in realtà almeno tre cerchi che in questi anni si sono spezzati: il cerchio tra la politica e i cittadini, il cerchio della sostenibilità ambientale tra risorse, sfruttamento ed economia e il cerchio della sostenibilità sociale tra disagio e sicurezza. Questi equilibri si sono spezzati e i cittadini si sono allontanati dalla politica, l'economia ha sfruttato le risorse al di sopra della sostenibilità e il disagio sociale ha creato insicurezza.
La scritta Carpi Bene Comune diventa la cerniera, il pezzo mancante che torna a chiudere il cerchio, che con la partecipazione riavvicina i cittadini alla politica, che promuove la sostenibilità ambientale ricongiungendo l’economia alle risorse e promuove la sicurezza attraverso una maggior giustizia sociale.

Come fare questo lo abbiamo espresso all’interno del logo.
L’albero richiama il carpine, simbolo dell’origine di Carpi. Ma richiama anche la necessità di tutelare la salute e la qualità della nostra vita trovando soluzioni ai problemi ambientali (acqua, aria, cibo), fermando la cementificazione per recuperare in termini di funzionalità ed efficienza energetica l'esistente, gestendo al meglio il traffico urbano e le risorse comuni.
Il tronco dell'albero è formato da uomini, donne e bambini legati insieme in un abbraccio. Sono una comunità che affonda le proprie radici nella città e nei suoi problemi ma che ha lo sguardo e le braccia rivolte verso l’alto, segno di innovazione.
Abbracciando l’albero, simbolo di Carpi, dichiarano di volersi prendere cura della nostra città in prima persona, non delegando solo alla Politica e agli amministratori.
D’altra parte anche i cittadini, come tronco stesso dell'albero, devono essere oggetto di cura e attenzione gli uni degli altri, esprimendo l'idea che prendendoci cura della nostra città e comunità ci prendiamo cura di noi stessi.
L'uso di diversi colori nelle persone richiama le diverse provenienze ed esperienze dei componenti di questa lista mentre i diversi colori nelle foglie richiamano la pluralità delle idee e delle proposte, due segni che testimoniano che lavorare per obiettivi comuni si può (e si deve), e che cercare di valorizzare le differenze è già un primo passo per il cambiamento di cui Carpi ha bisogno.

venerdì 4 aprile 2014

9 Aprile: presentazione ufficiale della candidata sindaco e della lista Carpi Bene Comune

Mercoledì 9 aprile ale ore 21.00
Presso l'Auditorium Carlo Rustichelli presso ex convento San Rocco in Via San Rocco, 5

la Lista Carpi Bene Comune presenterà alla cittadinanza i suoi candidati e la candidata sindaco Sara Rovatti.

L'incontro è aperto a tutti.

martedì 1 aprile 2014

Sara Rovatti è il candidato sindaco di Carpi Bene Comune


Comunicato stampa del 01 aprile 2014.
Sara Rovatti è il candidato sindaco di Carpi Bene Comune

E' Sara Rovatti, residente a Carpi, 34 anni, 3 figli, il candidato Sindaco per la Lista civica Carpi Bene Comune. E' quanto è emerso dall'assemblea di ieri sera dove la sua candidatura è stata proposta e sostenuta dall'unanimità dei presenti.

Ancora una volta Carpi Bene Comune si dimostra una lista veramente alternativa, candidando una donna e una cittadina senza nessuna "etichetta" politica.
Sara Rovatti è impiegata nel settore amministrativo e recupero crediti e studentessa presso l'Università degli studi di Modena e Reggio in Scienze giuridiche dell'impresa e della pubblica amministrazione al primo anno di corso non frequentante.
Sara Rovatti si è distinta negli ultimi anni per l'impegno sociale in diverse iniziative di volontariato essendo, tra l'altro, tra i membri fondatori del Comitato "No Amianto".

La presentazione ufficiale della lista e del candidato sindaco avverrà:
Mercoledì 9 aprile alle ore 21 presso l'auditorium di San Rocco